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Lumière nel XXI secolo

In mezzo al sangue e alla polvere di un tempo scandito da tumulti violenti, l’opera di Von Horn non vuole essere in alcun modo consolatoria, ma semplicemente disperata e visceralmente autentica.
The Girl with the Needle possiede una profondità di campo che dà i brividi e un bianco e nero capace di amplificare la miseria e la crudeltà umana fino a renderle quasi tangibili.

Non è una rielaborazione né una rivisitazione di opere a cui potrebbe superficialmente somigliare, come Il nastro bianco di Haneke. Magnus von Horn sceglie un’altra strada, più cupa e radicale, e lo dichiara fin dall’inizio con la citazione, magistralmente fotografata, di La Sortie des usines Lumière (l’uscita dalle officine) è un segnale, una porta d’ingresso verso un tempo e uno spazio in cui la speranza si è dissolta, lasciando dietro di sé solo ombre.

Dagli orrori residuali della Prima guerra mondiale alla depravazione dell’infanticidio, la pellicola esplora la malattia dell’animo umano e il senso di vacuità dell’esistenza. Non c’è redenzione né conforto, ma un cinema che incide con brutale veemenza il proprio punto di vista nella carne dello spettatore con immagini di inaudita potenza.

Attraverso la sua ambientazione storica e la rappresentazione nell’era dell’apogeo industriale come massimo traguardo tecnico, sociale e antropologico, l’opera tratteggia un bestiario umano ridotto ai suoi minimi impulsi primordiali. In una condizione di rara e lucida precarietà emotiva si consuma una visione selvaggia, oscena ed elegante della pochezza con cui gli esseri umani—divenuti emblema della cima nella catena alimentare—si annusano, si moltiplicano, si denudano, si mortificano e infine si riducono a misera cosa, svuotata e consunta.

Eppure, in tutto questo degrado, palpita il germe della commozione e della bellezza. Perché, pur ridotta all’osso, l’umanità non smette di piangere. Di dolore e di tenerezza.

Rare volte il cinema raggiunge vertici di puro rigore estetico e narrativo. La terza opera di Magnus von Horn è molto vicina ad esserne un fulgido esempio.

di Giuseppe Briffa